Interviste

É necessario che l’italoamericanistica entri nelle scuola e nelle università italiane: intervista a Margherita Ganeri

di MICHELA VALMORI

Margherita Ganeri è Professoressa ordinaria di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università della Calabria, una delle pochissime accademie italiane che offre insegnamenti sulla Letteratura e la Cultura della migrazione italoamericana. Ganeri è oggi, in Italia, una delle voci più autorevoli della diaspora Italian American. 

Professoressa Ganeri , a che punto credi che sia il lavoro di consapevolizzazione culturale in Italia, in tema di Italian American? Quanto ancora deve essere fatto?

In Italia la circolazione degli studi Italian American è ancora limitata, sia nell’ambito della ricerca universitaria, sia nella divulgazione non specialistica. Sicuramente nell’ultimo decennio si è registrato un significativo incremento di iniziative: pubblicazioni, convegni, seminari, tanto in presenza quanto online; e ciò dimostra che l’interesse, in passato quasi nullo, è oggi invece conclamato e in crescita. Ma c’è ancora molto da fare. Perché possa avvenire una vera e propria consacrazione culturale è a mio avviso necessario che l’italoamericanistica entri nella scuola e nell’università italiane. Solo l’immissione di questi studi nei programmi formativi destinati alle nuove generazioni potrà portare alla loro completa disseminazione e conseguente canonizzazione. Naturalmente ciò non potrà accadere se gli Italian American Studies resteranno in futuro solo materia dei settori universitari dedicati allo studio degli Stati Uniti, ma è necessario che essi entrino nel vasto campo nazionale degli studi dedicati all’Italia. La letteratura italoamericana, per esempio, anche quando è scritta in inglese, è inter-culturalmente connessa alla storia della letteratura italiana. La visione che ispira il mio lavoro è che possa diventarne parte ufficialmente riconosciuta, in quanto componente diasporica e transnazionale.

Perché negli Stati Uniti l’interesse accademico sembra essere così più vivo?

Una prima ragione, ovvia, è che gli italoamericani sono cittadini statunitensi. Una seconda ragione riguarda il complesso problema del rapporto tra la cultura ufficiale italiana e la memoria della diaspora. Com’è noto, la narrazione nazionale dominante, tra l’Unità d’Italia e la fine del Novecento, ha operato per rimuovere la percezione sociale di questa storia, sminuendone il rilievo e anche il valore. Ancora oggi, moltissimi studiosi autorevoli ritengono che le culture dell’emigrazione italiana non siano degne di essere studiate e valorizzate.

Ciò detto, credo però che anche negli USA l’interesse accademico potrebbe essere maggiore: l’Italian American è un settore marginale anche in madrepatria, fin da quando è emerso, negli anni Settanta/Ottanta, e ancora oggi. In Italia le cose stanno cambiando. Tuttavia, il nuovo dibattito italiano travalica il limite dell’ambito statunitense, e si configura, piuttosto, come attenzione verso gli Italian Diaspora Studies, che guardano alla storia delle culture e delle letterature di origine italiana in tutto il mondo. Per esempio, il campo Italian Canadian registra una crescente, rimarchevole considerazione, negli ultimi anni.

Quanto è divulgata e letta in Italia la letteratura italoamericana?

La letteratura italoamericana vive una crisi di identità oggi in USA, perché non è più in voga la definizione stessa di italoamericanità. L’emigrazione più recente dall’Italia ha caratteri diversi rispetto a quelle del passato, e non è scontata né condivisa la possibilità di definire italoamericani i nuovi immigrati. Le difficoltà di identificazione degli italoamericani contemporanei si ripercuotono nelle designazioni del campo letterario. Come ho già anticipato, si tende oggi a discutere di letteratura diasporica italiana. E l’italianità diasporica è una categoria non solo molto più estesa ed estensibile in senso geo-culturale, ma anche molto più sfumata e aperta sotto il profilo identitario.

Riguardo alla divulgazione di testi letterari, il quadro non è del tutto negativo. Alcuni autori italoamericani sono molto conosciuti in Italia, come John Fante (più letto in Italia che in USA) e Mario Puzo. Tra i contemporanei vanno citati almeno Don DeLillo, Louise De Salvo, Adriana Trigiani e, per il suo primo romanzo, Juliet Grames. Credo però che, nonostante il successo di alcune autrici e alcuni autori, in Italia ci sia una scarsa percezione della letteratura italoamericana come fenomeno unitario.

Quale autore e autrice Italo Americana credi dovrebbero essere imprescindibili nei Sillabi di letteratura italiani e/o americani, qui in Italia?

Se devo indicarne solo due, tra i classici indubbiamente scelgo Pietro di Donato, con Christ in Concrete; e tra i contemporanei Helen Barolini, con Umbertina.

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2 commenti

  1. Vorrei aggiungere una cosa nel nostro discorso per quanta riguardo la storia e cultura Italo Americano in America. Sono d’accordo con tutto che risponde Margherita, pero rimane un fatto molto sconosciuto e trascurato, forse perché non viene riconosciuto nei cerchi accademici. C’e un concetto, specialmente nel mondo accademica che la storia degli Italo-Americani si può approfondire solamente attraverso la letteratura, cioè, Fante, DiDonato. Pero non e mai considerato il fatto che abbiamo un altro risorse che descrive la nostra istoria, la nostra cultura, e vorrei anche dire, la nostra virtu, libri di storie orali, un genre poco guardato e poco diffuso.

  2. Vorrei aggiungere una cosa nel nostro discorso per quanto riguarda la storia e cultura Italo Americano in America. Sono d’accordo con tutto che risponde Margherita, questo non e una critica ma solamente mia opinione modesta: rimane un fatto molto sconosciuto e trascurato, forse perché non viene riconosciuto nei cerchi accademici. C’e un concetto, specialmente nel mondo accademica che la storia degli Italo-Americani si può approfondire solamente attraverso la letteratura, cioè, Fante, DiDonato ed altri scrittore Italo Americani importante. Pero, non è mai considerato il fatto che abbiamo un altro risorse importante che descrive la nostra istoria, la nostra cultura, e vorrei anche dire, la nostra virtù, libri di storie orali, un genre poco guardato e ancora poco diffuso tra studiosi e studente che vogliono afferrare la nostra vera storia.

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