Ritratti d'autore

Olga Peragallo, la prima studiosa di letteratura italoamericana

di MICHELA VALMORI

Quello di Olga Peragallo è un nome che pochi conoscono, ma è suo il merito di aver gettato le fondamenta per gli studi italoamericani. Il suo è stato un ruolo pionieristico ma fin troppo negletto.

Pochi conoscono il nome della Peragallo e il suo riconoscimento rimane circoscritto agli addetti ai lavori degli studi italoamericani. Anche avventurandosi in una ricerca in rete si trova pochissimo, tanto che, pur provandoci, non si riesce a recuperare nessuna immagine della studiosa.

Eppure, a detta di Prezzolini prima e di Fred Gardaphé dopo, Peragallo è un nome che per tanti studiosi ha fatto la differenza. Senza di lei gli studi italoamericani oggi potrebbero avere un aspetto diverso; la Peragallo infatti, scrivendo la prima opera bibliografica, ha gettato le fondamenta per lo studio ampio ed articolato degli anni a seguire della letteratura italoamericana.

I fatti risalgono al 1949: Olga Peragallo è una studentessa della Columbia University e nonostante sia immigrata già da tempo a New York con la famiglia, parla un Italiano fluente. Nel momento di scrivere la tesi finale del suo corso di studi alla School of Library Service, si rende conto di essere così orgogliosa della sua italianità e così appassionata alla cultura nostrana, che decide di avventurarsi nella stesura di un lavoro bibliografico che possa raccogliere i contributi letterari più interessanti degli americani con discendenza italiana in America. Peragallo è dunque la prima critica letteraria, donna italoamericana che riesce nell’ambizioso tentativo di comporre una bibliografia completa dei più importanti scrittori italoamericani del suo tempo, disegnando per la prima volta con l’hyphen i confini di una nuova identità letteraria.

L’opera, intitolata Italian-American Authors and Their Contribution to American Literature, sarà pubblicata postuma da una piccola casa editrice indipendente dal nome S.F. Vanni, collocata a pochi metri dall’attuale Casa Zerilli Marimò, della New York University. Tragicamente Olga Peragallo non vedrà il suo lavoro pubblicato poiché morirà prima. Il suo contributo, verrà però pubblicato postumo grazie al lavoro prezioso di revisione di sua madre Anita Peragallo. Purtroppo il libro non andrà più in ristampa fino al 2012.

Con la sua opera, Peragallo riuscì a fornire il primo prezioso contributo letterario al panorama della letteratura italoamericana, ponendo le basi per i primi scrittori della prima e della seconda generazione migrante che stavano lasciando le loro impronte sulla più ampia scena letteraria mainstream. Prezzolini, che curò l’introduzione del lavoro dopo la scomparsa di Peragallo non mancò di notare quanto innovativa e pionieristica fosse la pubblicazione, in quanto nessuno, prima di allora, aveva celebrato “come gli italiani avessero contribuito direttamente, o attraverso i loro discendenti, alla letteratura americana”.

Nel suo libro, la Peragallo menzionò cinquantanove scrittori italoamericani, documentando ognuno di loro attraverso informazioni biografiche. Aggiunse anche alcuni commenti personali, in cui recensì i loro libri, offrendo al lettore il primo sguardo inclusivo sulla letteratura italoamericana. Purtroppo, dei cinquantanove autori di Peragallo, solo undici erano donne (di queste undici, solo due sono conosciute ancora oggi: Frances Winwar e Mari Tomasi, che nel 1940, con Deep Grow the Roots, scrisse quello che potrebbe essere considerato il primo racconto di genere). A tal proposito, è necessario considerare che al tempo gli uomini erano più emancipati, più inclini a raccontare le loro storie e più sostenuti dall’industria editoriale.

Era dunque il 1949 quando, per la prima volta, qualcuno riconosceva l’esistenza della letteratura italoamericana, e a renderlo possibile è stata una donna. Anche se potrebbe sembrare azzardato individuare quel momento come l’inizio degli studi italoamericani, è importante riconoscere il ruolo chiave di Peragallo nell’identificare un nuovo campo letterario emergente, e una nuova identità letteraria: quella ibrida e sospesa del migrante-scrittore italo-americano.

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