Arti, Ritratti d'autore

Tony Vaccaro: umanità e bellezza negli scatti del fotografo italoamericano

di VALENTINA DI CESARE

In tutta la mia vita ho scattato centinaia di migliaia di immagini e con esse ho cercato di comunicare un linguaggio universale che solo la fotografia sa esprimere. Per questo, la soddisfazione più bella e più grande della mia vita la ricevo ogni volta che la gente mi fa capire che ha compreso il significato delle mie immagini. E’ una soddisfazione sentita emotivamente assieme perché io e la gente diventiamo un Uno più grande, più bello e più umano, come se fossimo diventati una famiglia nobile: una sola grande comunità.

Ha 98 anni e vive a New York ma Tony Vaccaro, al secolo Michelantonio Celestino Onofrio Vaccaro ha le sue radici a Bonefro, un piccolo paese in provincia di Campobasso. I suoi genitori emigrano in America per trovare fortuna ed è in Pennsylvania a Greensburg che lui nasce, nel 1922. Quando Tony ha tre anni la sua famiglia decide di trascorrere qualche mese di vacanza in Molise: il piccolo Michelantonio insieme ai genitori e alle sue sorelle si ritrova per la prima volta nella terra d’origine, attorniato da parenti che non conosce e che parlano una lingua per lui sconosciuta. Quello che dovrebbe essere solo un periodo a Bonefro, per circostanze impreviste e assai gravi – la morte a distanza di poco di ambedue i genitori- si tramuta in una permanenza forzata in Italia di quasi quindici anni. Michelantonio resta in paese, accudito dagli zii e nonostante il dolore per la scomparsa dei suoi familiari, vive a Bonefro un’infanzia e un’adolescenza complessivamente serene. Curioso e spiccatamente sensibile, sin da piccolo Tony è un grande osservatore e interprete dei sentimenti altrui. Al momento di fare il suo ingresso in prima elementare Tony si sente diverso rispetto ai suoi coetanei: la sua lingua madre non è l’italiano, la sua vita è sospesa tra due paesi – quello di nascita e quello di origine- e i compagni lo percepiscono come “altro”, come “lontano” rispetto a loro. A 17 anni poi arriva la decisione di far ritorno negli Stati Uniti: la Seconda Guerra Mondiale è alle porte e un telegramma dell’Ambasciata americana lo invita a raggiungere la sua patria prima dell’inizio del conflitto. Questa e tante altre suggestioni, insieme a testimonianze, aneddoti e ad alcuni degli scatti più belli del fotografo italoamericano, sono raccolti in un prezioso libriccino nel quale mi sono imbattuta per una fortunata casualità. ” Tony Vaccaro, il fotografo dell’umano” è un breve volume che prende il nome dalla mostra fotografica dedicata agli scatti del grande artista esposta in occasione della quarantesima edizione del Meeting di Rimini e dell’Associazione Italiana Centri Culturali nel 2019. Edito da Itaca Edizioni 2019, il catalogo è a cura di Antonella Annecchini, Fabiana Buscio, Alice D’Alessandro, Valentina Di Pietro e Mirko Iezzi.

Si tratta di un vero e proprio viaggio nella vita di Vaccaro, un percorso che alterna immagini a ricordi e testimonianze di un’esistenza intensa, vissuta con sensibilità, coraggio e molta forza, una vita appassionante e non sempre facile, che sembra essersi retta e mai arresa sullo straordinario desiderio che Vaccaro ha e continua ad avere per la narrazione dell’umano.

Ognuno di noi è nato per uno scopo. L’umanità è qualcosa di speciale e il mondo è qualcosa di così bello di cui mi meraviglio ogni giorno. Ogni mia foto rappresenta un aspetto della vita umana perchè io voglio ricordare i fatti dell’uomo.

Vaccaro è forse un artista eternamente sospeso tra due paesi- l’Italia e l’America- che hanno influito e contribuito a temprare il suo carattere e la sua sensibilità artistica e che continuano ad alimentarla. Dall’infanzia tra le valli molisane, il ritorno in età quasi adulta negli Stati Uniti rappresenta uno strappo importante, un momento chiave della sua esistenza anche se, una volta giunto nuovamente negli States , Vaccaro percepisce ancora quella sensazione provata da bambino in Italia: del resto, dopo un’assenza di quindici anni, Tony si sente estraneo anche in America e la percezione che gli altri hanno di lui è altrettanto simile a quella di cui si è già parlato pocanzi. Se in Molise per tutti lui era l’americano, in America lui era l’italiano, l’emigrante, lo straniero, lo sradicato. Tante sono le vicende che lo riporteranno in Europa e in Italia ma quando tornerà nel vecchio continente Tony avrà un’amica inseparabile che non lo abbandonerà più: la sua macchina fotografica Argus C3, acquistata un giorno in un negozio sulla Madison Avenue. Con questa macchinetta il giovane Tony immortalerà il dramma della guerra : nel 1943 Vaccaro entra a far parte dell’esercito americano come soldato semplice e viene inviato in Inghilterra con la sua divisione di fanteria.

Muovevo l’obiettivo sul dramma della guerra per cogliere e comunicare come l’orrore, l’assurdità possano trasformarsi in possibilità di vita nuova e far venire fuori prospettive umane diverse. Ho sempre creduto che il nostro dovere di uomini sia di lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato: il contrario di quello che sta succedendo oggi.

Il comandante del suo battaglione lo autorizza a scattare foto sul fronte e così Vaccaro vive gli anni della guerra in una sorta di dimensione altra, come se la sua macchinetta e il desiderio di fermare immagini e catturare momenti lo proteggano dai rischi e dalle atrocità di un conflitto sempre più brutale e incomprensibile . L’obiettivo di Tony osserva e fotografa le operazioni militari ma anche i momenti “vuoti”, quelli di attesa tra una battaglia e l’altra, ritrae la paura ma anche la quotidianità di centinaia di soldati trincerati dietro una divisa che si fa sempre più stretta e dolorosa da indossare. Quella che Vaccaro ci regala con la sua Argus C3 è una testimonianza potente, unica e singolare: purtroppo non tutti gli scatti di quegli anni sono giunti fino ai giorni nostri perchè le temperature e le condizioni atmosferiche hanno danneggiato numerose pellicole ma quel che grazie a lui è rimasto è un pezzo inestimabile della storia del Novecento. A guerra finita, Tony resta in Europa e decide di attraversarla tutta fino ad arrivare in Molise, dove non torna da parecchi anni. Con la sua macchinetta, Vaccaro immortala la lenta rinascita dei luoghi, città e paesi in cui il sangue e la crudeltà hanno annientato la vita e hanno inimicato inspiegabilmente i popoli. Vaccaro coglie attraverso il suo obiettivo il grande desiderio che la gente ha di ricominciare a vivere e a sperare: nonostante le macerie e la distruzione abbiano trasformato le terre in un inferno, Tony riesce a catturare negli occhi delle persone che incontra barlumi di speranza e di gioia. Del resto, solo un artista dotato di così grande sensibilità e umanità può riuscire in un’impresa simile. Ogni suo scatto, anche il più doloroso, porta con sé un sentimento di rispetto dell’umano che difficilmente può essere spiegato a parole.

Quello che conta nella fotografia non è la fotografia ma sono gli occhi. Il fotografo non è semplicemente un osservatore, è un comunicatore: è colui che riesce a catturare l’emozione prima che il soggetto se ne accorga e cambi espressione. La fotografia deve avere un significato, deve smuovere dentro. L’idea dirige l’immagine. E se questo si unisce alla riuscita tecnica allora hai un’opera d’arte.

In un alternarsi di scatti e testimonianze scritte, il libro racconta poi l’arrivo di Tony in Italia – da poco diventata Repubblica- e nella sua Bonefro, dove il fotografo si ferma per qualche tempo e immortala la quotidianità per le strade, sugli usci delle case e nei bar, così come il momento cruciale delle elezioni – l’annosa scelta tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista- , le feste patronali, la vita nei campi. Le pagine del libro ci accompagnano ancora tra gli eventi più importanti della vita di Vaccaro e raccontano in seguito del suo ritorno in America: è ora per lui, dopo aver percorso l’Europa e l’Italia di attraversare anche l’America . A bordo di una Chevrolet, Vaccaro esplora gli Stati Uniti facendo tappa in diverse città. Tornato a New York la grande editrice newyorkese Fleur Cowles lo ingaggia come fotografo di moda e da allora l’obiettivo di Vaccaro si dedicherà principalmente al mondo dello spettacolo, dell’arte, del cinema collaborando con le maggiori riviste del periodo e fotografando importanti artisti di fama mondiale: da Sophia Loren a Federico Fellini, da Pablo Picasso a Maria Callas fino a Enzo Ferrari , Anna Magnani, Jean Renoir e molti altri. Negli anni ’60 Tony si fidanza con Anja Lehto, una modella svedese con la quale si sposa e dal loro matrimonio nasceranno Frank e David. La straordinaria vita di Vaccaro, la frequentazione del mondo della moda e del cinema e gli incontri con le maggiori star del mondo, non hanno mai spento la sua passione per la ricerca dell’autenticità. Tony Vaccaro, sia che scatti ritratti di attrici sia che immortali scene di guerra e distruzione, riesce sempre a regalare immagini estremamente vere, attraverso le quali si manifesta il suo amore per la vita, e il suo desiderio di donare al mondo l’originalità di ogni momento e di ogni sguardo. Vaccaro ha la capacità di inquadrare le movenze più vere dei soggetti, le sfumature e i movimenti più peculiari e intimi ed è proprio questa abilità di appoggiare l’occhio sull’essenza più naturale delle cose a rendere le sue fotografie uniche.

La lettura di questo volume è un viaggio speciale che documenta la storia di una artista singolare e lo fa con delicatezza e sapienza, senza sbavature né retorica. Gli autori stessi, probabilmente illuminati dalla schiettezza artistica di Vaccaro, sono riusciti a narrare autenticamente la sua esistenza e a restituire così il ritratto fedele di un uomo la cui arte non si è limitata esclusivamente a ritrarre bellezza. L’incisività di questo volume, al di là degli scatti che contiene, sta nell’essere un percorso esistenziale lucido e sensibile nella vita del grande artista, un itinerario tra gli scenari più disparati di un secolo intenso, nel contempo buio e luminoso . Le parole di Vaccaro, tra una fotografia e uno stralcio della sua vita, espunte dai diversi colloqui che i curatori hanno avuto il privilegio di tenere con lui, sono a loro modo anch’esse fotografie, istantanee di un vissuto importante e singolare, che una volta incontrate, lette e ascoltate difficilmente potranno essere dimenticate, proprio come i suoi scatti.

Clicca qui per visitare il profilo Instragram di Tony Vaccaro

(In copertina: illustrazione di Giulia Polidoro)

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