Arti, Storie

The Dynamic Sister Duo: Annette e Gina Di Medio, due pianiste italoamericane

di BARBARA SALANI

A Philadephia vivono due sorelle dinamiche: Gina ed Annette Di Medio, The Dynamic Sister Duo. Al nostro primo incontro, Gina riconobbe qualcosa in me che doveva essere italiano: “You’ve got to be Italian!” (Devi essere italiana!), mi disse. A quel tempo studiavamo insieme alla University of the Arts e Annette insegnava frequentando un Ph.D. in Musicologia.

Gina ed Annette Di Medio sono pianiste concertiste italoamericane, con un curriculum d’eccezione. Si sono esibite in Duo come soliste con la prestigiosissima Philadelphia Orchestra, con la Swarthmore College Orchestra, hanno suonato per l’University of the Arts in Philadelphia, il College Music Society in Canada. Sponsorizzate da Lee Iacocca, hanno suonato per le Ford/Chrysler Corporations ad Atlantic City, e si sono persino esibite per il Department of State a Washington. Allieve del Dr. Clement Petrillo, nientemeno assistente di Toscanini, si sono fatte notare per il loro talento in Polonia, Germania, Italia, Russia, Francia, Colombia, Perù. Annette ha studiato italiano a Firenze, dove si è esibita in concerto anche a Palazzo Vecchio. Ha partecipato al Concorso Internazionale Ferruccio Busoni di Bolzano. Attualmente produce un programma TV dove suona tutte le domeniche. Gina è stata pianista accompagnatrice nelle Master Class di Placido Domingo. La musica era un affare di famiglia. Anche i loro due fratelli hanno studiato pianoforte. Insieme avevano creato i Di Medio 4 (Four). Suonavano e cantavano le canzoni di Tony Bennet, di Frank Sinatra, di teatro musicale. “Se facevamo musica insieme, non saremmo mai stati capaci di fare del male uno all’altro,” dice Gina.

I nonni emigrarono dall’Italia all’inizio del 1900. Il nonno paterno, Joseph Di Medio, emigrato nel 1912 da Appignano (Teramo), era il direttore della Camden Millwork Company in New Jersey. Da parte materna viene la vena musicale: il nonno si chiamava Frank Verdi. Gina dice che probabilmente aveva qualche legame di parentela col grande musicista Giuseppe Verdi, o almeno così spera! Frank proveniva da l’Aquila, in Abruzzo. Arrivò in America da ragazzo con suo padre Alfonso. Si sposò con una ragazza italo americana di nome Anna Pilla, figlia di Bernardo Pilla originario di Monte Rotondo, che aveva comprato un gruppo di case in Clymer Street a Philadelphia – vicino alla parrocchia di St. Mary Magdalen – la prima chiesa Cattolica Romana italo-americana della città. Per bisnonno Bernardo l’istruzione dei propri figli era parte integrante del suo sogno americano. Nonna Anna Pilla Verdi si iscrisse alla Pierce School of Business per diventare contabile, in un periodo in cui pochissime donne miravano all’istruzione universitaria. La figlia Gloria, madre di Gina e Annette, completò un Master con “minor” in musica al Douglass College.

I genitori delle pianiste, Gloria e Anthony Di Medio, nati in America, non hanno mai imparato l’italiano. Hanno sofferto di quella stigmatizzazione che portava i nostri immigrati a nascondere le loro radici per non essere discriminati e considerati mafiosi. Non hanno però mai perso le tradizioni e l’amore per l’Italia. Erano orgogliosi delle virtù della loro cultura italiana, soprattutto il valore della famiglia, la religione cattolica, l’educazione dei figli, che con tanti sacrifici facevano laureare all’Università. Le sorelle dicono che dai genitori hanno imparato a puntare all’eccellenza nello studio e nel lavoro, ma rimanendo umili. Annette ricorda: “Ogni Natale, tutta la famiglia Di Medio doveva andare alla cena del nonno. Il nonno parlava in italiano, gesticolando e facendosi capire, ribadendo che quello che contava era il fatto di essere uniti a celebrare il Natale. Anche dopo la sua morte, i figli continuarono a festeggiare nello stesso modo.” Gina conferma: “Questo ci ha sempre dato una grande forza. Riuniti intorno al tavolo, mangiavamo a crepapelle delizie italiane fatte in casa. I familiari si commuovevano durante il discorso del nonno e cominciavano a piangere, suscitando la curiosità dei bimbi piccoli che non capivano il perché… Le loro mamme spiegavano che il nonno diceva che la vita è dura, a volte ci sono incomprensioni, ma l’importante è perdonarsi ed amarsi.” A questo punto subentrava la musica che era un simbolo di unione a fine cena. Suonare insieme per condividere attimi belli di vita spensierata e felice li legava ulteriormente.

(In copertina: illustrazione di Massimo Carulli)

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