Reportage, Storie

L’italianità nelle pietre di Tampa

di ILARIA SERRA

C’è un quartiere a Tampa, grande città affacciata sul golfo del Messico sulla costa occidentale della Florida, che vive di ricordi italiani consolidati nelle pietre scure delle strade e delle case. Si chiama Ybor City, dal nome del fondatore cubano Vicente Martinez Ybor. Ybor era un produttore di sigari che aveva spostato la fabbricazione dei sigari da L’Havana a Key West fino a Tampa, resa raggiungibile dal prolungamento della ferrovia. Quasi tutti gli abitanti di Ybor erano emigranti cubani, spagnoli, italiani, soprattutto siciliani, impiegati nelle fabbriche di sigari.

La Settima Strada, centro di Ybor City

Questa veduta della via principale di Ybor City mostra la vegetazione tropicale con le costruzioni di mattone rosso, atipiche per questa zona, che danno a questo quartiere un’atmosfera nordica. A Ybor City, le strade selciate e i marciapiedi bordati di granito ricordano l’orgoglio degli italiani – e altri emigranti – che ci camminavano sopra all’inizio del secolo. Ora i galli impettiti che le attraversano da padroni della strada, sono riflessi di quell’orgoglio che fu.

Galli e galline, discendenti da quelli da combattimento importati da Cuba a fine Ottocento, ruspano davanti alla fabbrica di sigari

All’inizio del secolo scorso si combatteva una battaglia di orgoglio etnico a colpi di immobili. I gruppi di immigrati gareggiavano nel costruire il centro culturale più bello per i loro centri sociali. Erano club per soli membri, bei palazzi usati per ospitare balli e cene, conferenze e spettacoli, concerti e riunioni politiche. Questo spirito di gruppo esprimeva la solidarietà degli operai delle fabbriche, tra i primi ad essere politicizzati ed organizzati in sindacati in una società altamente laica. Al contrario di tutte le altre zone di emigranti latini o italiani, questa infatti non ha una chiesa al centro, ma un centro culturale. Il radicato anticlericalismo si esprimeva anche nei nomi di battesimo: A. P. Leto, un educatore molto influente, si chiamava Ateo di primo nome. A lui è intitolata una scuola superiore di Tampa. La cultura si respirava anche all’interno delle fabbriche, dove un “lector” era pagato dagli operai per leggere.ad alta voce i giornali la mattina, romanzi classici nel pomeriggio (da Cervantes a Zola). Gary Mormino, professore all’University of South Florida, ricorda queste importanti figure: “I padroni della fabbrica si offrirono di pagare il lector, ma gli operai preferirono auto-finanziarsi per poter essere liberi di ascoltare quello che volevano ed evitare la propaganda”.

Il professor Gary Mormino (autore, con George E. Pozzetta, di
The Immigrant World of Ybor City,Library Press at UF, 2018) e Ilaria Serra davanti all’Unione italiana

Si contano oggi quattro centri culturali che sventolano diversa bandiera: quello spagnolo (Centro Espanol de Tampa), quello asturiano (Centro Asturian de Tampa), quello cubano (Club cubano) e quello italiano (l’Unione italiana). L’enorme Unione si impone con la sua elegante stazza sulla via principale. Sul vetro delle finestre è stampato il simbolo della Trinacria: l’Unione è italiana di nome, ma lo spirito è essenzialmente siciliano. Aperta nel 1918, fu disegnata da due architetti di fama, Leo Elliott e B. C. Bonfoey, che aveva anche progettato il Comune di Ybor e il Club Cubano tre anni prima. Lo stile era una combinazione di stili italiano e greco, ispirato dalla valle dei templi in Sicilia, da cui molti emigranti provenivano. Color marrone listato di bianco, comprendeva un bellissimo teatro, una sala da ballo, una biblioteca, e delle aule per incontri e lezioni. C’erano anche una sala da biliardo, una palestra e delle saune, una pista da bowling e degli uffici (non tutto ancora oggi in uso). Il club comprendeva anche un’assicurazione sulla salute con una piccola clinica per i membri, nel palazzo stesso. “Era molto avanzato per il tempo, la prima Unione ad avere anche una clinica sul luogo, non un ospedale,” spiega Mormino. Il palazzo che si vede oggi ha sostituito quello originario, costruito nel 1911 e distrutto da un incendio, che si ergeva dalla parte opposta della strada.

L’Unione italiana in un’immagine di Wikipedia

Questo grande caseggiato racconta solo una delle storie italiane di Ybor City. Altre sono cesellate nel metallo dei cartelli e nelle statue. Due cartelli storici sono dedicati ai Ferrara. Orestes Ferrara era un giovane patriota dell’Ottocento che si è guadagnato un ricordo grazie alla sua partecipazione alla causa di Cuba. Sul luogo esatto in cui prendeva parte ai discorsi di libertà che infiammavano i ribelli contro la Spagna, viene ricordata la sua vita: nel 1895, indossando la camicia rossa, Orestes si unì alla spedizione su Cuba con il generale Maximo Gomez e divenne una personalità tra i patrioti. Un altro cartello storico è dedicato a Molly Antinori Ferrara (1905-1979), figlia di emigranti siciliani a Ybor City. Nel 1954 fu eletta sindaca di Ybor City, unica donna a raggiungere tale onore. Era una donna d’affari che fondò nel 1937 il negozio Columbia Music and Appliances dove lavorò per 40 anni. Aprì anche un club per le ragazze, chiamato Ybor City Girls Club e, fra i mille ruoli di spicco che ricoprì, fu anche la prima donna a capo dell’ufficio delle entrate di Tampa.

Il cartello dedicato a Molly Ferrara (1905-1979)

Nella via parallela all’Unione italiana sta ancora il fabbricato del panificio aperto da Francesco Ferlita, un emigrante siciliano di Santo Stefano, nel 1896. La struttura di mattoni risale al 1922 e ricopre vari forni a legna originali. Il nome originario era La Joven Francesa Bakery. Si narra ancora che vendesse pane a basso prezzo e spesso anche a credito. Quando Ferlita morì, nel 1931, i suoi cinque figli Stephen, Angelo, Joe, Tony e John continuarono a produrre pane cubano fino al 1973. Quel pane deve essere stato meraviglioso perché ispira oggi una poetica descrizione: era “lievitato con le emozioni, insaporito con la tradizione e mangiato con un contorno di nostalgia”. Oggi l’edificio è parte del Museo Storico di Ybor City.

La Ferlita Bakery ricostruita nel 1922

Ancora oggi saluta i passanti vicino alla Ferlita Bakery una statua di Anthony Pizzo (1912-1994), impeccabile in giacca e cravatta e occhiali tondi, scolpita nel metallo proprio sul sito che fu della sua casa natale, oggi un parco dedicato agli emigranti. Conosciuto come Tony Pizzo, fu uno storico e figura di fama fra gli italiani. Le sue ricerche storiche si tradussero in molti articoli e saggi e la sua collezione di documenti venne donata all’University di South Florida. Pizzo era Presidente della Tampa Historical Society e fu eletto Tampa’s Outstanding Citizen nel 1957. È grazie a questo siciliano che molti di questi siti storici sono preservati e che la memoria italiana di Ybor City rimane cristallizzata e riconoscibile ancora oggi.

Tony Pizzo, storico e intellettuale (1912-1994)

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *