di EDVIGE GIUNTA Novembre 1991. Non guardo il telefono, anche se la mia mano è appoggiata sul ricevitore. Seduta a gambe incrociate sul pavimento del salotto resto immobile, con gli occhi fissi sul disegno irregolare del tappeto consumato dal tempo. Anche se la densa luce grigia che filtra dalle finestre evoca la fine della giornata, …
