Storie

Primo amore

di CALLI ABISOGNIO

[Per la mia classe Italian Writing Workshop a Florida Atlantic University, ho assegnato il tema “Primo amore”. La mia studentessa Calli Abisognio ha composto un omaggio alla lingua italiana, stupendo sia per stile che per contenuto, tanto da proporlo qui. Tengo a precisare che il mio editing è stato minimissimo, quasi nullo, limitato a un paio di refusi e alla limatura di un paio di frasi. Emanuele Pettener]

Quando questa lingua esce dalla lingua mi fa tremare di piacere, d’eleganza, di soddisfazione. La saliva si scioglie quando pronuncio le parole, dolcemente, lentamente, musicalmente, e suono una canzone con la bocca. Ogni sillaba è una nota, ogni frase è una strofa, ogni discorso è una canzone. È come sedurre l’ascoltatore ogni volta che succede—ogni volta che parlo la lingua italiana.

Dicono che la lingua italiana è la lingua più romantica e musicale del mondo. Ed è vero—quando mi innamoro di qualcuno per un attimo, immagino cosa voglio fare a lei. E sogno spesso ad occhi aperti di trovare una che non parla italiano, così posso sussurrare sottovoce nell’orecchio paroline dolci nella lingua italiana. Parole che fanno venire i brividi, parole invitanti. E quella saliva che si scioglie in bocca si sente chiaramente nell’orecchio dietro ogni sillaba seducente.

Ma non è mai scoppiato il vero amore dentro di me prima della lingua italiana. Nel maggio dell’anno 2016, avevo 16 anni, e ho sentito per la prima volta una canzone in italiano. Da quel momento la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Il suono di questa lingua pulsa nelle vene, come il canto di una sirena che mi tenta. Una persona può sparire in un attimo, oppure può invecchiare. Ma la lingua italiana non invecchia mai. Resterà bellissima e tutta mia per sempre.

Per me, se fosse un umano, con un arco limitato di vita, la lingua italiana sarebbe una donna, non un maschio. È per questo che dico quasi sempre “la lingua italiana” invece che “l’italiano.” Le donne sanno sedurre in modo saggio ma sottile. Il suo profumo avrebbe tanti strati, uno dopo l’altro, rivelando col tempo la sua bellezza, proprio come tutte le bellissime parole, sinonimi infiniti che si imparano col tempo e arricchiscono il significato di una frase. Lei indosserebbe cipria rosa sul viso, ché mi fa arrossire. Sarebbe una donna che prende il controllo quando entra in una stanza, ma lo farebbe sottovoce. Una donna piena di contraddizioni, come le regole della grammatica che non hanno senso, ma non importa a nessuno perché è così bella, e ciascuno di noi vuole stare con lei.

Parlare la lingua italiana mi ha anche reso più bella. Prima del mio percorso con questa lingua, sono rimasta a casa con la faccia pallida e le labbra vuote di colore. Ma ormai quando esco, sono diventata più vivace, e cambio carattere un po’. Mentre parlo la lingua italiana, specialmente nei giorni in cui parlo benissimo e in modo molto fluente, sento di essere la miglior versione di me stessa. E voglio sedurre, e posso sedurre, ma soprattutto quando lei, la lingua italiana, mi aiuta a farlo. Contiene una ricchezza e morbidezza al tempo stesso, e il mio corpo reagisce molto mentre parlo la lingua italiana.

Divento più beata, in modo che solo una donna sa diventare, perché Dante mi ha regalato questa parola quando ho letto La Divina Commedia. E non c’è nessun grado di separazione tra me e l’ascoltatore quando parlo la lingua italiana, come la canzone che mi fece innamorare della lingua italiana cinque anni fa, quella canzone di Francesca Michielin con la melodia sofisticata che vibra sulla pelle elegantemente.

Qualche tempo fa scrissi una poesia per la lingua italiana, ma non mi bastava. Scriverei un oceano di parole per la lingua italiana, nella lingua italiana, perché vorrei utilizzare tutte le parole magnifiche che posso, e voglio mostrarle quanto la amo. Talvolta il fatto che non è possibile imparare ogni possibile parola mi uccide dentro. Vorrei avere il vocabolario italiano più ricco possibile, così posso esprimere il mio amore per questa lingua in modo precisissimo.

E non mi basta solo un pochino di questa lingua che mi prende così tanto. Vorrei parlarla tutto il tempo. E voglio continuare sempre a fare l’amore con quel mio primo vero amore, la bellissima lingua italiana, ogni volta che parlo. Voglio parlare, voglio capire, voglio imparare, e voglio amarla per sempre. E la amavo, la amo, e la amerò, più di ogni persona nel mondo. Perché io sono una persona pensierosa e piena di solitudine, ma nelle notti buie, lei e le sue parole illimitate stanno con me quando ne ho bisogno, e questo per me è il vero e l’unico amore. Ormai dopo tutti questi anni con lei, la lingua italiana mi fa dimenticare ogni umano che considerai il mio primo amore in passato. La lingua italiana è l’unico amore che resta e che resterà con me per sempre.

In copertina: illustrazione di Barbara Di Bernardo

Puoi leggere l’articolo in inglese cliccando qui

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